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IX Assemblea Plenaria del Sinodo Diocesano - Verbale

2024-02-23 10:18

Sinodo diocesano

Verbali Assemblee,

IX Assemblea Plenaria del Sinodo Diocesano - Verbale

13 gennaio 2024

IX Assemblea Plenaria del Sinodo Diocesano

13 gennaio 2024


 Verbale

 

Previa convocazione, inviata in data 27 dicembre 2023 a firma di S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, Presidente del Sinodo, sabato 13 gennaio 2024, alle ore 10,00, nell’Aula Sinodale presso la Chiesa della SS. Annunziata in Cefalù, si sono radunati i membri del Sinodo Diocesano.

 

Assenti: sac. Krzysztof Kruk (11); can. Salvatore Panzarella (28); mons. Domenico Sideli (30); sac. Antonio Massimo Alfonzo (32); sac. Giuseppe Amato (33); sac. Calogero Falcone (36); sac. Marcello Franco (37); sac. Saverio Martina (39); sac. Franco Mogavero (40); sac. Francesco Sapuppo (43) che esce alle ore 10,35; rag. Salvatore Aliberti (47); sac. Matteo Castiglione (51); dott. Angelo Conti (53); dott. Pier Calogero D’Anna (54); sig. Giovanni Provinzano (61); dott.ssa Rita Zafonte (69); prof.ssa Maria Aglieri Rinella (70); prof. Marco Lo Iacono (75); prof.ssa Gandolfina Macaluso (76); prof. Mario Macaluso (77); sig. Martin Milone (78); prof.ssa Sonia Zito (81); prof.ssa Daniela Di Vincenzo (85); p. Giuseppe Garofalo (86); prof.ssa Giuseppina Re (90); sig.na Miriam Bifarella (95); sig. Ignazio Cascio (99); prof. Michele Cerami (100); sig.ra Domenica Franco (104); sig.ra Rosa Granata (105); dott. Giovanni Sapienza (113); sig.ra Serena Tripi (114);

e il diac. Santo La Placa (20) e il dott. Salvatore Grisanti (118) che non ha ancora fatto la Professione di fede e prestato giuramento.


Alle ore 10,11 l’Assemblea viene aperta con il canto del Veni Creator Spiritus, seguito dalla proclamazione del Vangelo secondo Marco (2,13-17), a cui segue l’intronizzazione del libro dei Santi Vangeli.

Alle ore 10,16 S. Ecc. Mons. Giuseppe Marciante prende la parola proponendo ai Sinodali la sua meditazione sul Vangelo proclamato.

Si allega testo della meditazione.

Alle ore 10,39 S. Ecc. Mons. Vescovo introduce la preghiera dell’Adsumus, seguito da tutti i presenti.

Alle ore 10,41 il can. Giuseppe Licciardi, Segretario Generale del Sinodo, dà la parola al Relatore can. Domenico Messina.

Alle ore 11,45 viene introdotto il dibattito in Aula.

 

Seguono gli interventi, in ordine di prenotazione.

 

Ing. Nicola Raimondo:

Dal confronto con la Confraternite, con i Consigli di Amministrazione anche con i rappresentanti del Consiglio Diocesano rimangono alcune richieste che sono già evidenti nella relazione.

Aggiornamento dei Regolamenti in sintonia con un Regolamento diocesano che dovrà essere aggiornato con le deliberazioni del Sinodo.

Ripresa degli statuti fondanti con riflessioni sulle motivazioni che hanno portato, nel corso dei secoli e della storia, alla istituzione sulle Confraternite attualizzandole al periodo odierno.

Maggiore cura, con momenti non solo di preghiera ma principalmente di formazione/catechesi legati anche agli aspetti caritativi propri della contemporaneità.

 

Mons. Sebastiano Scelsi:

Testo non pervenuto. Trascrizione della registrazione.

Ringrazio Don Domenico per questa relazione molto ricca. Chiaramente è tutto un campo che si apre all’approfondimento e al confronto. Le conclusioni che il Sinodo attuerà daranno prospettive per il futuro. Riguardo alle Confraternite, anche io nei miei uffici in Diocesi, mi sono interessato alle confraternite. Negli anni ’90, con il Vescovo Mons. Mazzola, abbiamo lavorato per rinnovare lo Statuto Diocesano delle Confraternite perché quello che era in vigore risaliva a Mons. Cagnoni. L’abbiamo rinnovato tenendo conto del Concilio Vaticano II.

Si insisteva tanto sulla formazione. Si diceva: non basta avere un nuovo Statuto Diocesano o Statuti particolari delle Confraternite che magari a un certo punto riguardano l’amministrazione, come diceva il Presidente poco fa, è necessario che ci sia la presenza e la cura da parte dei Parroci o degli Assistenti ecclesiastici. È necessario che ci sia tutto un impegno di formazione o di catechesi. Ma questi appuntamenti di catechesi fino a che punto sono partecipati dai confrati? A mio avviso, allora, bisogna insistere tanto sulla formazione. Sappiamo però che in diverse Confraternite il desidero dei confrati è quello di avere la tomba assicurata…

 

Ing. Giuseppe La Tona:

Ringrazio don Domenico per l’interessante relazione. Mi sento chiamato in causa da quanto detto dal Vicario Generale riguardo l’Assemblea svoltasi a Bompietro.

Mi ha colpito molto nella relazione il richiamo all’affettività come elemento segnante della fede popolare. Le relazioni e l’affettività sono fondamentali per fare festa, e per fare festa c’è bisogno della presenza.

Oggi le nostre comunità più montane soffrono fortemente lo spopolamento e gli spostamenti di chi lavora fuori durante la settimana. Per questo risulta difficile fare veramente festa (per le feste dei santi rispettando il calendario liturgico).

Papa Francesco richiama l’importanza di fare festa. È necessario quindi trovare un modo per conciliare le date delle feste e il calendario liturgico.

 

P. Rosario Giardina:

Nelle Comunità Madonite viviamo il dramma dello spopolamento. Nei giorni liturgici è difficoltoso fare le feste per mancanza di persone quindi siamo costretti a spostare le date.

Sottolineo poi come le Confraternite purtroppo sono troppo invischiate nella gestione dei loculi cimiteriali.

 

Sac. Pietro Piraino:

Riporto all’Assemblea, come dati utili, quanto si osserva dall’Ufficio di Cancelleria riguardo alle processioni e le feste, in particolare circa le coincidenze liturgiche.

Le grosse problematicità non sono tanto nel trasferimento delle feste nel periodo estivo, essendo Tempo Ordinario in cui si possono celebrare tali feste, nel rispetto delle norme liturgiche.

È chiaro che la festa si fa dove c'è la Comunità che si raduna e si riunisce perché ha senso proprio come elemento identitario e aggregativo della Comunità che celebra.

Non si ravvisano in Diocesi problemi circa la celebrazione delle feste patronali. Quelle che sono spostate dal loro giorno liturgico, sono collocate tutte nel Tempo Ordinario.

I problemi seri sono in poche Parrocchie, due in particolare, in cui si concentra la traslazione e celebrazione di feste, fuori dal giorno liturgico, nelle domeniche del Tempo Pasquale, e in pochi casi in Quaresima.

Lì secondo, a mio avviso, si deve avviare necessariamente una riflessione – in ambito di Consiglio Pastorale Parrocchiale – insieme a confraternite, deputazioni o comitati, e ricollocare la festa della Sacra Famiglia, di S. Francesco da Paola, di San Vincenzo Ferrer nelle loro date proprie.

Un'altra riflessione deve riguardare quelle Comunità in cui si celebrano in unica festa S. Giuseppe, l’Annunciazione e il SS. Crocifisso, o, ad alternanza annuale, le feste di S. Giuseppe e del SS. Crocifisso, educando i fedeli alla priorità teologica.

Sulle confraternite: il lavoro sullo Statuto Diocesano, con la proposta di una “regola di vita spirituale” può avviare uno studio degli Statuti fondativi delle Confraternite che, per quel poco che abbiamo in Archivio Diocesano, manifestano gli scopi originari che sono tutti di profonda fede e devozione, impegno caritativo, approfondimento della fede, vera fraternità e vita evangelica. Donando norme precise e una disciplina equilibrata e egualitaria, tenendo conto del proprium fondativo e storico di ciascuna realtà, si eviterebbe un livellamento a ribasso, recuperando il legame particolare magari a un Terz’Ordine di qualche istituto religioso o il culto particolare di qualche santo, arricchendo di esperienze di spiritualità e di carità il tessuto ecclesiale.

Infine, da tutti i tre percorsi tematici del Sinodo, emerge l’urgenza di avviare un progetto di annuncio capillare del Vangelo, l’urgenza missionaria che rintracci l’accorrere delle masse in occasione delle processioni, offrendo una vera proposta di fede e di speranza, che segni il futuro della nostra gente come Popolo fedele.

 

Prof.sa Adriana Iovino:

Premessa la completezza della relazione, ricca di spunti, di idee e di stimoli, nonché espressione del confronto favorito dal percorso sinodale, mi preme recuperare, in merito all’attività di volontariato e di carità, di riservare particolare attenzione alle “povertà educative” che in alcune famiglie agisce, spesso, in modo latente, per poi esplodere in situazioni difficili, riguardanti tanti giovani, provocando autentiche ferite nelle comunità.

Posto poi che la fede popolare costituisce una risorsa ecclesiale, ritengo che la revisione di alcune preghiere e canti popolari, legati e proposti in diverse tradizioni religiose, può costituire una via per favorire riflessioni ed evangelizzazione.

 

Prof.sa Maria Antonietta Spinosa:

Esigenza di esplicitare ulteriormente la “categoria” (e realtà) di Popolo a proposito di “fede popolare”.

È fede DAL popolo, che viene dal popolo di Dio.

È fede DEL popolo, cosi come ci si è stata tramandata.

È fede PER il popolo. E appunto: quale? è un complesso “articolatissimo” e deve essere INCLUSIVO (parlare a giovani e anziani, cristiani e non cristiani, a tutti livelli culturali) e AFFRATELLANTE: assolutamente connettere le feste a “opere di misericordia”.

Il “popolo” coincide col “corpo” (cosmico) del Cristo “fattosi carne”.

 

Dr. Salvatore D’Anna:

Voglio esprimere i complimenti e un prosit a don Domenico Messina per questa relazione così ampia che ha toccato tutti gli aspetti del cammino del Popolo di Dio. Mi ha riportato a rivivere la mia infanzia: come ho vissuto insieme alla mia famiglia e alla Comunità cefaludese la storia cristiana di questa Diocesi.

 

Prof. Luigi Romana:

Testo non pervenuto.

 

Sono pervenuti inoltre i seguenti contributi scritti, non presentati oralmente in plenaria:

 

Fr. Aurelio Biundo:

Extra Ecclesiam nulla salus… di rimando direi extra dominicam et dominicum nulla salus.

Tanto movimento per il santo e pochissimo per il Santissimo Signore Gesù Cristo.

Si nota la diminuzione di partecipazione alle celebrazioni domenicali e alle solennità.

I santi sono frecce luminose che indicano la VIA. Se ci si ferma alla freccia, non si arriva alla meta.

Catechizzare… catechizzare… catechizzare…

Mi chiedo: quale è l’attuale radiografia delle nostre Comunità Parrocchiali?

Quali canti popolari nelle feste dei santi?

 

Mons. Francesco Casamento:

Se fede è incontro della persona Gesù Risorto e se la persona condivide quest’incontro nella Comunità allora possiamo parlare di fede popolare, ma se manca l’incontro con Gesù Risorto dei singoli non può esserci fede popolare, ma ci sarà, come c’è, festa con segni di fede.

L’incontro della samaritana con Gesù appare paradigmatico: i discepoli sono stati chiamati ad andare oltre il loro schema mentale “i campi già biondeggiano”.

La stessa samaritana ha dovuto cercare in un altro “luogo” per manifestare la Fede ritrovata.

I paesani della samaritana sono andati oltre per incontrare “personalmente” Gesù.

È il tramonto delle mediazioni. Occorre andare oltre guardando avanti: tutti sappiamo, conosciamo l’identità delle confraternite come altri gruppi di fede, ma non ci si può accanire per risuscitare i morti, ma offrire esperienze di fede significativa e nuova. È la buona notizia del Vangelo.


Fr. Mario Domina:

Il Vangelo e la cultura del nostro tempo (alla base della fede del popolo di Dio che si manifesta anche nella festa).

Creare un gruppo diocesano che parli e si confronti su questo tema, costantemente.

Mettere insieme le esigenze delle persone con le esigenze liturgiche con par valore o almeno coordinato insieme (attenti alla fede dei giovani e le loro proposte per la festa e la formazione di domani).

 

Sig. Franco Pollicino:

Come nel tema dell’Iniziazione Cristiana anche nel tema della fede popolare si accenna alla famiglia come primo luogo per la formazione cristiana. In questo momento storico la famiglia è il grande malato.

Partire dalla cura della famiglia potrebbe essere la chiave di volta di tutto.

Tra gli esercizi della fede popolare vorrei sottolineare i canti tradizionali dialettali usati per processioni e liturgie proprie. Sono da non perdere e preservare.

 

Fr. Antonio Raimondo:

Penso che il principio evangelico: «Non l’uomo a servizio del sabato ma il sabato a servizio dell’uomo» possa aiutare ad affrontare anche questo apparente problema delle date delle feste mariane o dei santi o cristologhiche.

 

Sac. Santo Scileppi:

Ai funerali le Confraternite e le famiglie del defunto desiderano al presenza del Sacerdote/Parroco anche durante anche durante il percorso della casa alla Chiesa e dalla Chiesa al Cimitero. Il Sacerdote che cammina con la Comunità in un momento di dolore. Anche questa è sinodalità.

 

Alle ore 12, 30 Mons. Vescovo, a partire dagli interventi, offre la sintesi dei lavori.

 

I lavori si concludono alle ore 13,00.

 

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